INIZIAZIONE ALLE STRADE ALTE

                                                                    

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    “Nawa Sangga”. 23 ottobre 1947, domenica”

“Chi  cammina nudo sopra il ciglio del monte  -disse dietro di me il sacerdote – è al di là del bene e del  male. Solo se cade in uno dei due abissi che gli si aprono ai lati, o davanti o dietro, cade nel bene o nel male, nel nero o nel bianco, nel buio o nella luce. Il punto da fissare è il Mahameru, quella montagna sacra che è la nostra Essenza che si proietta  nel mondo. Questo è ciò che nel mondo si ignora…..

La voce dietro di me mi spingeva  dal microcosmo nel macrocosmo, mi faceva scoprire i miliardi di abissi che erano dentro di me, che si perdevano nell’Altra Dimensione.  La voce bassa del sacerdote commentava ogni gesto.
 Essa, nel silenzio interiore della mia anima che la musica del gamelan non riusciva a turbare, sondava gli abissi che erano  dentro di me, profondità sconosciute in cui sentivo  annientarsi, poco a poco, tutte le costruzioni del mio passato, tutto il mio passato  con tutte le mie cose.  Sentii la vertigine del vuoto che si andava  formando dentro di me e stavo con le mani aggrappate alle gambe dell’idolo fra cui  sedevo e che pareva osservarmi, tutto chino su di me. Le censure della seconda mente sparivano, e io, coscientemente, ero nella terza mente, avendo vinto la prima, la “pazza di casa”.

Per la prima volta  percepii dentro di me la Voce senza  Suono parlarmi, mentre il danzatore con la sua danza richiamava alla mia memoria come il ricordo di vite, di esperienze passate, e mi sentivo espandere verso tutte le direzioni, in altre sconosciute dimensioni della vita. Di nuovo suonò il gong e il sacerdote mi trascinò via, mentre sentivo ripetere le parole del Rshi Mahadeva fra le due alte ali di pietra del tjandi bentar:

“Iniziato alla  Strade Alte, iniziato alla 6°  Razza Madre, ritorna nel mondo fino all’agosto 1983. Brucia velocemente il tuo karma. Poi noi agiremo dietro di te. La tua vita è Servizio.” …

Infine mi mise in mano perché lo leggessi un grosso trattato di  buddismo tantrico….Lo sfogliai e, stranamente, comprendevo ciò che vi era scritto, senza sapere come ciò potesse avvenire. Per la prima volta usai la psicotematica…”
Il mio corpo nudo, per cui ho sempre avuto tanto pudore, ieri notte passò attraverso nuovi mondi, conobbe le vie alte della Terra, conobbe cose e sentimenti per i quali il mondo non ha ancora parole per esprimere. Era come se il mio corpo si librasse in un cielo buio in cui andassero accendendosi stelle.”
(BdB – “Iniziazione alle Strade Alte” – ed. 1985 pag. 108-112)

 

“ – Ecco, io vengo dal  Tempio di  Han, io vengo a chiamarvi  – dirò. 
Un popolo nuovo si sta unendo ovunque per unire gli uomini che non credono nella guerra, nel bene e nel male, nelle verità di comodo. Vengo a tendere una mano come mi è stato insegnato, con semplicità e spontaneità.
Io, uno che torna dal Tempio di Han”
(BdB – “Il Servizio”  ed. 1988 – pag, 232)