29
settembre

COSCIENZA – ESPANSIONE DI COSCIENZA – MENTE – INTUIZIONE

 

Per  poter sviluppare l’intuizione e quindi  la spiritualità  occorre avere consapevolezza della   telepatia”.  ( B. del  Boca -  Conferenza 1971 :  “La telepatia”)

“La mente è soggettiva e individuale  e  non può mai essere considerata un oggetto; considerandola  come un oggetto ci si pone  nella posizione di essere da lei ingannati doppiamente. “  (H.P. Blavatsky “La voce del Silenzio”  –  “La Dimensione Umana”  ed. 1971 pag. 23; ed. 1986 pag. 20; ed. 2006 pag. 25)

“Ogni cosa nell’Universo, da un campo all’altro dei suoi regni, è cosciente, possiede  un particolare grado di coscienza e uno speciale  piano di percezione. Noi  uomini dobbiamo ricordare ciò perché, non riuscendo a percepire nessun segno –che possiamo riconoscere- di coscienza, per esempio nelle pietre, non abbiamo il diritto di dire che in esse non esiste coscienza. Nella materia non esiste una cosa che sia “morta” o “cieca”, come pure non esiste una Legge cieca o incosciente. Ciò non trova posto nelle concezioni della filosofia Occulta”.            (H.P. Blavatsky – Rivista  Età dell’Acquario n.  2/1971)

 

“I sacerdoti dei popoli antichi conoscevano cose che ora noi ignoriamo, non perché esse si sono perse con il passare del tempo, ma a causa delle censure che la mente ha gradatamente imposto alla conoscenza umana.  Tutte le conoscenze  (che formavano la saggezza antica) legano la vita umana agli invisibili mondi paralleli, a quei mondi dall’intelligenza sub-atomica che crea il “mondo di mezzo” che ormai ci è invisibile, fino ai mondi delle gerarchie angeliche che spaziano nell’illimite.  L’ignorare questi mondi ha aperto grandi vuoti nella coscienza umana.  I  sensitivi vedono i bambini vivere, inconsciamente, in questi mondi, finchè gli adulti, con le loro censure mentali e l’ignoranza, li portano a dimenticare quella realtà che noi possiamo solo intuire. Così l’intuizione, che è tanto determinante per la vita umana, viene ignorata.  Questi vuoti di conoscenza e di coscienza, sono come grigi spazi atemporali che aumentano l’incomprensione degli uomini verso la vita e rendono gli individui sempre più soli e distanti fra loro.”   (BdB – “La Casa nel tramonto” – ed. 1980 – pag. 12-13)

 

“Una bambina americana di cinque anni, alcuni anni fa, ha dato inizio alla nuova era del pensiero. Fu udita dire alla governante che la portava a letto: “Oggi è  stata una giornata molto più bella di ieri”. E alla domanda della governante incuriosita di conoscere che cosa avesse avuto quel giorno di più bello del precedente, la bambina ha dato questa straordinaria risposta: “ Ieri sono stati i pensieri a portarmi attorno, ma oggi sono stata io che li ho portati attorno”.  La prossima umanità, quella che avrà raggiunto il nuovo piano di coscienza, è tutta in queste parole. Purtroppo sfuggirà a molti, forse, il loro profondo significato, ma non ai sociologi e agli antropologi che da alcuni decenni cercano appunto di superare le limitazioni della cultura che si impone, dal di fuori, con leggi che ancora ignoriamo. “     ( BdB -“La Dimensione Umana” –ed- 1971  pag. 155; ed. 1986 pag. 117; ed. 2006 pag.  145)

 Il prof. Whitehead   ha scritto al riguardo nel suo libro “La religione in formazione”: “è una caratteristica della mente intelligente e colta quella di esaltare le parole, tuttavia le madri possono sentire dentro di loro cose che le loro labbra non possono  esprimere con parole.  Queste cose che vengono trasmesse da anima ad anima sono la testimonianza di quella realtà religiosa che non può essere acquisita in nessun altro modo”. La conoscenza deduttiva non può essere che incompleta, mentre la Conoscenza Realizzata è completa. Non c’è paragone fra queste due.   L’uomo e la materia evolvono con l’espansione della coscienza.  Finora questa evoluzione è avvenuta mediante la mente, ma ora si sta aprendo una nuova età in cui sarà usata soprattutto l’intuizione. (da Intelligenza e intuizione)

Il biologo svizzero Jean Piaget ha dedicato tutta la sua vita a studiare il fenomeno dell’intelligenza, dal suo nascere nel fanciullo al suo sviluppo nei diversi tipi d’uomo ed ha provato che essa  viene limitata, individualmente e socialmente, perché l’uomo riconosce soltanto l’aspetto materiale e logico del creato dimenticando le enormi energie della fantasia infantile che sono quelle che,  dovutamente sviluppate, ci aprirebbero le porte di un altro aspetto della vita…”  (BdB – “La Dimensione Umana” –  ed. 1971 pag. 350-351; ed. 1986 pag. 256-257; ed.  2006  pag. 316)

 

“A pag. 400 di New Lands, il secondo dei quattro libri di Charles Fort dedicato ai “fatti maledetti”, è scritto:
Nel report of the British Association, 1852-8. 35, è riportato che all’alba dell’undici settembre 1852, molte persone di Fair  Oaks  Staffordshire, avevano visto nel  cielo, a oriente, un oggetto luminoso….

Nel report è pubblicata una lettera di lord Wrottesley, l’astronomo che aveva l’osservatorio a Wolverhampton, in cui è detto che inizialmente egli suppose che l’oggetto  sconosciuto fosse Venere,  forse con uno straordinario alone, ma che poi ricevuto un diagramma da uno che aveva osservato il fenomeno, che dava la posizione dell’oggetto relativo alla luna, cominciava a dubitare che potesse essere Venere…

Ma quell’alba dell’undici settembre 1852 fu testimone di un fatto di cui soltanto gli esoteristi britannici ebbero conoscenza. …..
Quel mattino Jeremy Hasting usciva di casa, come al solito per far passeggiare il suo cane. ..
Era perciò ancora un po’ addormentato quando vide, sfrecciare via, alla sua sinistra e alla sua destra, due cose luminose. Parevano come ferite nell’aria e l’aria non sembrò più invisibile ma come un velo sottile cinereo  che ondeggiava e trasaliva.
Gli spiragli di luce ultravioletta tornarono a passargli a fianco, come ad indicargli un corridoio nell’aria.  Mr. Hasting era rimasto bloccato sul ponte non dalla paura ma perché estremamente incuriosito da quel fenomeno che gli faceva apparire la realtà che lo circondava in modo tanto  diverso…
Poi una voce, che non veniva da fuori, ma come dentro la sua testa, gli chiese, con voce dolce, se amava la vita.
Certo che amava la vita!
La voce continuò col chiedergli se sapeva chi era.    Mr. Hasting pensò che la Voce gli chiedesse se lui sapeva chi era colui che stava parlando e perciò disse forte: “Vorrei tanto sapere chi sei e come fai ad avere questi poteri”. La Voce gli rispose: “ A suo tempo. Ti ho chiesto se tu sai chi sei tu, uomo”.  Mr. Hasting riflettè un poco e poi rispose calmo: “Sono un uomo.  Cerco di vivere  di cose vere,buone e belle.  Faccio il tipografo e suono l’organo in chiesa. Ma la cosa che più mi  piace è di far cantare il coro dei fanciulli nella mia parrocchia. E amo il mio cane, che mi adora”.

La Voce sembrò prendere un po’ di tempo per assimilare le sue parole poi disse:                                                                                                               “ Tu non sei solo Jeremy, un corpo e una mente, tu sei un’ANIMA che non ha un nome ,  ma un numero con molti   NOVE , un numero particolare. Tu conosci la realtà del tuo corpo e anche un poco quella della tua mente, cose materiali, ma non conosci la realtà della tua Anima  che è invisibile, ma che puoi rendere visibile se conquisti i suoi poteri;  dì  con me: “Io sono un’Anima”.
Jeremy disse forte: “Io sono un’Anima” e subito si trovò in un mondo di luci cangianti.
Si sentiva leggero,  senza corpo.  Un intreccio di fili, in cui si vedevano scorrere i  vividi colori dell’arcobaleno che  formavano il terreno su cui si trovava.
Attorno solo quinte di luce che si sperdevano all’infinito, in tutte le direzioni.
Allora Mr.  Hasting chiese: “Dimmi chi sei”.
E la Voce, dentro la sua testa, ora molto più forte e nitida gli rispose:  “Io sono te stesso. Non il Jeremy della Terra, ma la tua Anima che sulla terra è prigioniera della buia e illusoria materia. Fuori dalla tua materia e nella materia, in una particolare dimensione sconosciuta all’uomo, ci sono infinite energie che regolano la Vita, perché sono la Vita stessa, Dio.  A intervalli di spazio e tempo, che esistono solo nella materia, alcune energie possono penetrare nella vostra realtà e portano qualche individuo a conoscere l’invisibile realtà dell’Anima. Queste energie hanno diversi  nomi,  secondo il loro compito,  ma quelli che aiutano l’umanità a raggiungere la prossima  tappa, si chiamano Zoit.
E’  SOLTANTO UN SUONO,  ma quando i due emisferi del cervello umano avranno il contatto OLIVIULI,  questo suono sarà una chiave”.

Mr. Hasting si trovò sul ponte:  la forte luce si stava affievolendo ma attorno a sé vide aprirsi ancora gli accecanti spiragli di luce ultravioletta.  Fu allora preso dalla paura che tutto sparisse, paura di rimanere solo e di perdere il dono di quella visione dell’Anima.
Si volse verso l’alto e chiese: “ Fammi vedere come sei!  Fa che oltre a sentire la tua voce io ti veda”.
A pochi passi da lui si squarciò una delle fessure di luce e vide un migliaio, un milione, un miliardo di immagini di se stesso che non potevano stare in quello squarcio di aria.
Vedeva come vedono gli Zoit, con una visione infinita.  Lui era in tutte le cose perché apparteneva all’Energia-Dio che è in tutte le cose, che è Tutte le Cose.
Mr. Hasting guardò in alto: la luce si stava allontanando.  Era ora un oggetto arancione, molto luminoso, che andò a perdersi verso la stella Venere .  Mr. Hasting col cane continuò la sua passeggiata.
Ogni tanto si fermava,  preso dal desiderio di andare in paese a raccontare la sua avventura ma poi continuava a camminare.
Chi gli avrebbe creduto?
Un uomo aveva visto gli Zoit, aveva visto se stesso in tutta l’umanità, in tutto il creato. “  (BdB – Rivista Età dell’Acquario n. 52/1987)

 

L’uomo che non vive coscientemente nella sua realtà spirituale, come lo scienziato, è un uomo che dorme, uno che scambia le ombre con la realtà. L’uomo non ha compiuto molta strada nella sua evoluzione biologica, ma quando avrà raggiunto il nuovo piano di coscienza saranno radicalmente  mutati, non solo i suoi concetti della vita, ma anche il suo organismo”    ( BdB – “La Dimensione Umana” ed. 1971 pag.  102; ed. 1986 – pag. 78; ed. 2006 pag. 95)

 

“L’espressione dei sentimenti e dei bisogni con suoni, con il linguaggio simbolico e con le parole è strettamente legato ai diversi piani di coscienza su cui si evolvono gli esseri del creato. E’ tramite quelle recenti ricerche che caratterizzano la fine di questo secolo e con le quali si cerca di fare una sintesi di ciò che hanno conquistato le diverse scienze, che si ha ora una diversa idea di questi piani di coscienza.   Per alcuni scienziati materialisti la coscienza è un organo che ha sede nel cervello ed è formata dalla sostanza reticolare che sta nel ponte di Varolio, ma per altri è quella “parte vitale intelligente” che si manifesta nelle più piccole particelle della materia e che si accumula nelle forze che determinano i sensi.

Con ciò si riconosce che H.P. Blavatsky aveva ragione quando affermava che tutti i sensi sono astrali, distinti dagli organi fisici, che sono intercambiabili e soggetti alle impressioni mentali oltre che a quelle fisiche.  E’ tramite questi sensi astrali che la coscienza si manifesta nel piccolo verme e nella rosa, nel leone e nella pecora e, in modo più complesso, nell’uomo.  La coscienza umana  può esprimersi in tanti modi.  Nel campo religioso come “esame di coscienza”, nel campo morale come “scrupolo di  coscienza”, nel  campo politico e sociale come “libertà di coscienza”,  ecc., ma la vediamo soprattutto in azione negli uomini che, in tutte le espressioni della cultura e della vita, riescono a precedere di gran misura la mediocrità conservatrice delle masse. Sono questi pionieri che, sviluppando la loro coscienza,  aprono la strada a tutta l’umanità verso un più alto piano di coscienza collettiva, nello stesso modo che l’affetto che noi nutriamo per alcuni animali  domestici, come per il cane, fa evolvere la loro coscienza individuale e collettiva.

Perciò se la coscienza è quella indefinibile cosa che dà significato ai sensi, oltre che ai simboli di ogni fenomeno espressivo, i sentimenti ne sono i principali “veicoli”.    Ma che cosa sono i sentimenti?                                                                                                          Abbiamo di essi  la stessa limitata idea che abbiamo della coscienza, e ciò è un altro limite della nostra attuale dimensione umana. Tutti conosciamo il sorriso, il riso, il pianto, l’espressione dell’ira e della paura, quella dell’imbarazzo e dello stupore, della spontaneità e della falsità.  Abbiamo visto come l’espressione dei sentimenti, a poco a poco, dà intelligenza al viso del bambino, e sappiamo come un sorriso, quando ci troviamo soli e abbattuti, possa ridarci forza e fiducia nella vita.  Ma la scienza non ci sa spiegare che cosa siano i sentimenti e le loro espressioni, e generalmente ignora anche il grande ruolo che essi hanno nella vita individuale e sociale.  Di tutti gli aspetti dello spiritualismo la Teosofia è quella che meglio ci spiega come i sentimenti siano uno dei mezzi astrali più potenti per trasformare in bene (se li usiamo in forma non egoistica per fare del bene agli altri)  o in male  (se li usiamo con egoismo e per fare del male agli altri) quella energia vitale che forma la nostra vera realtà. Con grande potenza dei sentimenti noi trasformiamo, a mezzo della legge di causa ed effetto, tutto l’universo che ci circonda, sia fisico che spirituale.         (BdB – “La Dimensione Umana”   ed. 1971  pag. 166-167 ;ed. 1986 pag. 124-125; ed. 2006 pag.153-154 )

 

23 febbraio 1975 – La coscienza si espande sui nove livelli di vita, oltre i sette livelli mentali, senza fare salti. Segue una trama tenue come quella di un pizzo, che si allarga armonicamente per tutte le dimensioni.  Qualcuno cerca di farmi percepire questo pizzo, ma sono costretto a chiudere i mie occhi interiori, per non smarrirmi. Ciò che annoto in queste pagine, e ciò che resta dietro le parole, non sono che i fili di questo straordinario pizzo, che ci lega a tutte le cose del creato. Miliardi di luminosi viventi fili ci legano a tutto ciò che vive e respira, alle infinite stelle che non si trovano in cielo, ma che hanno “il luogo” solo nella nostra coscienza. Miliardi di fili luminosi sono fissati, come profonde radici, nel ricco terreno del “già vissuto”.   (BdB – Singapore-Milano-Kano – ed. 1976 – pag. 228)

 

Per la Teosofia l’uomo esiste non per sfruttare le sue abilità ma per espandere la sua coscienza. Perciò i teosofi, nei cento anni passati, hanno cercato di far conoscere il pensiero orientale, che da millenni si basa su di una realtà spirituale che trascende i limiti dei nostri sensi.

 “Nessun pensiero va perso.  Ogni pensiero, soprattutto se è un pensiero forte e costruttivo, crea una infinita catena di cause ed effetti con cui l’intelligenza divina modifica le culture e allarga la comprensione umana.”   (BdB – ”La Dimensione Umana”  ed. 1971  pag. 30, ed. 1986  pag. 25; ed. 2006 pag.31)

 “Ma si deve ricordare che i pensieri  sono dei mezzi e che è pericoloso identificarsi con essi.  Ogni pensiero, anche il più debole, smuovendo qualcosa sul piano delle cause e degli effetti, è una forza a nostra disposizione che dobbiamo imparare ad usare nel modo giusto. Non dobbiamo scordare che sia i pensieri   deboli che quelli forti, sia quelli buoni  che quelli cattivi, sia quelli giusti che quelli ingiusti, avendo una loro origine e un loro scopo nel fluire della Vita, sono un naturale aspetto della nostra attuale dimensione umana.  Questo libro deve perciò essere letto più con il cuore che con la mente, più come un atto di servizio che di cultura, perché è solo in questo modo che saranno superate le limitazioni della nostra mente, i nostri pregiudizi, e si potrà avere un’ampia visione della attuale dimensione umana.”  (BdB – “La Dimensione Umana” – ed. 1971 pag. 16-17; ed. 1986 pag. 15; ed. 2006 pag. 20)

 

 “Il mutamento nella coscienza umana è in atto. Anche se non ce ne accorgiamo, tutte le nuove idee e le nuove esperienze che danno forma alla noosfera ci attraversano, invisibili, nello stesso modo delle onde radio e di quelle della televisione.

Quando la nostra mente si trova sintonizzata con esse, noi le captiamo. La nostra mente le fa sue e, poco alla volta, adattiamo ad esse il nostro modo di vivere. Nella noosfera c’è tutto ciò che ha prodotto il pensiero umano, dalle leggi di Hammurabi  al testamento di Gertrude Stein, dai ricordi dell’imperatore Marco Aurelio al messaggio della Madre di Sri Aurobindo, dal The time of the Assassins di Henry Miller al The naked  lunch di Burroughs.

Senza aver letto questi messaggi e questi libri, il loro pensiero, anche se tanto lontano dal nostro, può essere captato dalla nostra mente se noi viviamo qui ed ora, cioè se viviamo nel presente-eternità, perché essi, se sono stati espressi, se sono stati scritti, lo furono perché già presenti sul piano di coscienza di tutta l’umanità.

L’evoluzione spirituale è in atto in tutti gli uomini, secondo il grado di sviluppo della loro coscienza e della loro vitalità. Molti uomini, soprattutto quelli che seguono la Teosofia, sono già in quella fase evolutiva che porta l’individuo a non giudicare più ma a comprendere, ad amare invece di condannare, a pulire le strade per facilitare il cammino di altri, a insegnare agli altri a vedere oltre le illusioni della materia e a non avere paura. La loro evoluzione spirituale ha insegnato loro che il pensiero e la parola sono le forze più potenti dell’universo e che esse possono essere usate validamente se si impara a fluire armonicamente con la Vita, a incanalarle nelle giuste vie dello Spirito.

L’evoluzione spirituale sta modificando in profondità il pensiero umano perché fa usare all’uomo l’immaginazione, e questa sarà il commestibile del futuro…..Dall’uomo-oggetto, attraverso l’attuale evoluzione spirituale, sta per nascere l’Uomo-coscienza, il quale avrà della vita e dell’universo una visione ben diversa da quella che abbiamo oggi. La Teosofia ci prepara da tempo a questo nuovo piano di coscienza, insegnandoci a riconoscere gli inganni della mente, i limiti del nostro complesso essere e il processo del divenire verso l’Assoluto…”  (BdB – “ La Dimensione Umana” – ed. 1971  pag. 359 – 364; ed.  1986 – pag. 263-265; ed. 2006 pag. 324-328)

 

“L’umanità sta raggiungendo abbastanza rapidamente questo nuovo piano di coscienza per cui la Società Teosofica è stata creata. Gli  studi antropologici prevedono già per gli ultimi 25 anni di questo secolo quella rivoluzione del pensiero che porterà l’uomo a riconoscere l’unicità della vita, a comprendere che non è combattendo gli effetti delle azioni umane che si risolvono i problemi dell’umanità, ma combattendo le loro vere e lontane cause.”    ( BdB –  “La Dimensione Umana” ed. 1971 pag. 22-23; ed. 1986 – pag. 20; ed. 2006 pag. 25))

 “Si deve ad H.P. Blavatsky il merito di aver gettato le basi di questa nuova ricerca, con la fondazione della Società Teosofica.  Ma sarebbe meglio dire che H.P. Blavatsky fu scelta per questo compito da “qualcuno” o “qualcosa” che guida l’umanità nei suoi passi difficili.

Il lettore che leggerà il libro di Geoffrey A. Barboka:  H.P. Blavatsky. Tibet and Tulku, comprenderà come tutte le realizzazioni di questa grande pioniera del nuovo piano di coscienza fossero determinate da poteri che trascendono quelli dell’umanità di oggi. Con la Teosofia sono state portate nel mondo dominato dalla cultura e dalla scienza quelle idee spirituali che finora erano state patrimonio esclusivo delle religioni, ma che nelle forme religiose si erano cristallizzate perché gli uomini non erano ancora pronti per comprendere l’idea dell’unicità della vita.

La Società Teosofica fu appunto creata nel 1875 per realizzare la fratellanza universale dell’umanità e per far comprendere che la vita è una, che l’umanità e una. Il suo compito è stato quasi compiuto perché, anche se la vita umana è ancora dominata dalle guerre, dall’incomprensione e dalla violenza, vediamo però che l’idea della fratellanza e dell’unicità della vita è ora accettata teoricamente da tutti i popoli ed è lo scopo finale di tutte le attuali lotte umane.”     (BdB – “La Dimensione Umana” ed. 1971 pag. 240;   ed. 1986 – pag. 179- 180; ed. 2006 pag. 220)

 

 “Il compito assegnato dai Maestri della Società Teosofica nel 1875 di far penetrare sul piano dell’inconscio collettivo l’idea dell’unicità della vita, aveva lo scopo di portare al di là del mare tempestoso del materialismo quegli uomini di buona volontà che, terminata l’età dei Pesci,  avrebbero portato i valori dello spirito  della veniente età acquariana, secondo la particolare sensibilità del popolo  e della loro cultura .

Per cento anni la Società Teosofica, e tutte le altre organizzazioni guidate dalle Strade Alte, hanno lavorato a questo scopo, portando all’accettazione dei concetti delle “altre dimensioni”  e “del mondo parallelo”, non solo a livello culturale, ma anche a quello scientifico.

 

Il concetto di “quarta dimensione”, di “quinta dimensione” ecc., non è facilmente comprensibile, perché si basa sulla realtà, ancora sconosciuta, del CONTINUO INFINITO PRESENTE.   I teosofi, con l’indagine sulle leggi inesplicate della natura  e sui poteri latenti nell’uomo, hanno fatto precipitare, sul piano dell’inconscio collettivo, molti interrogativi….

Perchè i fenomeni UFO, nell’illusione materialistica, vengono a creare un’illusione sull’illusione? Nel famoso triangolo delle Bermude sono scomparsi in modo misterioso, fra il dicembre del 1945 e il settembre del 1963, 21 aeroplani e 18 navi…. Per rispondere a questi interrogativi i teosofi hanno usato la chiaro udienza, la chiaroveggenza e, ultimamente, anche la psicotematica e i ponti telepatici che, aprendosi anche all’ascolto delle Strade Alte, spesso captano messaggi provenienti dal cosmo e dalle altre dimensione del creato….   I teosofi che sapevano usare l’intuizione cominciarono ad incanalare le loro percezioni, più o meno chiare, sul piano dell’inconscio collettivo, in modo che presto alcuni scienziati ebbero quelle intuizioni che portarono alle scoperte che diedero inizio alle ricerche sull’aspetto energetico della materia, per giungere poi all’analisi del problema dello Spazio e del Tempo…   Il pensiero moderno segue oggi molte correnti: Il Marxismo di Hegel e di Marx, lo Strutturalismo fondato da Ferdinand de Saussure, il Positivismo originato dal “Circolo di Vienna” e diretto da Moritz Schlick, la Fenomenologia di Edmund Husserl, l’Esistenzialismo, la Filosofia negativa che rifiuta totalmente sia gli ideali del capitalismo sia quelli del socialismo, l’Oggettivismo della Ayn Rand, le idee provocatorie della “Scuola di Francoforte”, ecc., fino a tutte quelle nuove forme dell’Idealismo, e si permette perciò le più complesse bizzarrie, il più assurdo farneticare.

Il teosofo, l’uomo che cerca la Verità, l’uomo semplice che crede ancora nel buon senso, devono considerare queste correnti del pensiero soltanto come segni del tempo, come testimonianze della fine dell’egemonia della mente. Cercheranno invece, sviluppando l’intuizione, di aprire la propria coscienza alla realtà cosmica, per tentare di conoscere la realtà che esiste al di là dello Spazio e del Tempo. Cercando di intuire ciò che rappresenta per la nostra vita la “quarta dimensione”, noi  non cerchiamo di ampliare le nostre nozioni, ma di meglio e più profondamente conoscere il mondo  in cui viviamo. Noi lo possiamo fare perché altri uomini, pionieri nella ricerca delle soluzioni dei misteri del creato, hanno formulato ipotesi, hanno sperimentato nuove tecniche, hanno scoperto nuovi aspetti e leggi del mondo illusorio che ci circonda.….  Nessun uomo, ancora limitato dalle attuali strutture mentali, può riuscire a rintracciare tutto il lavoro di chi, in tutte le parti del mondo, ha reso possibili queste intuizioni. Ma proprio questi individui ignorati sono i pionieri che conquistano per tutti sempre maggior spazio per l’ampliarsi della nostra coscienza.

Il vero compito dei teosofi, degli spiritualisti, degli idealisti, sta proprio in questo lavoro, che viene svolto nel tempio del proprio spirito.   La psicotematica  si serve soprattutto della “Quinta dimensione”. L’idea della quinta dimensione è stata usata soprattutto nella fisica teoretica. Il fisico tedesco A. Kaluza dimostrò, nel 1921, che poteva essere sviluppata una “teoria sul campo unificato”, se una quinta dimensione fosse stata aggiunta al mondo della quarta dimensione di Minkowski e di Einstein. Alla stessa conclusione sono giunti molti altri fisici, fra cui il francese Principe Louis de Broglie, l’inglese L. G. Bennett, il francese Jean Barraud. Sulla rivista “Lotus Bleu” della Società Teosofica Francese /agosto-settembre 1968) la teosofa Hermine Sabetay ha così scritto della “Quinta dimensione”: “Esiste un numero infinito di fenomeni che assolutamente non si possono spiegare usando soltanto le leggi della fisica e la scienza matematica.     C’è un armonico principio evolutivo e creativo, che si esprime con l’armonia e la bellezza, che non si può spiegare con le leggi fisiche…. Questo misterioso principio creativo può essere illustrato anche con un fiore, questo trionfo della Natura. E’ possibile rappresentarlo nello spazio e osservare le sue modificazioni nel tempo: crescita, fioritura, appassimento. Se questo processo vitale del fiore è un enigma, molto più misteriosi per la scienza sono i fattori estetici del fiore: la sua bellezza, i suoi meravigliosi colori, il suo profumo. Tutte queste qualità non possono essere spiegate secondo il sistema quadrimensionale dello Spazio-Tempo, poiché eludono le nozioni di quantità e di calcolo. Le qualità dei fiori sono un prodotto di una energia vitale, considerata una Quinta Dimensione, un’idea che si è rilevata molto importante  per la conoscenza scientifica e filosofica della Natura. ”                                                                                                                                                                                                                                                           Le intuizioni sulla quarta e sulla quinta dimensione hanno spinto gli scienziati ad indagare sull’origine della materia e, soprattutto, sui molti misteriosi aspetti dell’energia. Nel 1935 due ricercatori della Yale University, Burrt e Northrop, proposero una “teoria elettrodinamica della vita” che aperse un nuovo spiraglio sulla conoscenza della vita, portando lo scienziato inglese J.G. Bennett a suggerire che ogni “campo energetico”, quando è nella sua forma potenziale, non ha alcuna dimensione e che perciò deve essere considerato una “potenzialità non fisica”.  Ciò ha fatto supporre una “sesta dimensione” dell’universo, chiamata “Hipaexis”, cioè “abilità di divenire”: così la Scienza si avvicinava a riconoscere l’esistenza di un mondo spirituale. Non ci stupisce perciò che il fisico tedesco Max Planck, ideatore della teoria quantistica e premio Nobel per la Fisica, possa avere scritto questa dichiarazione: “Come fisico e come uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla scienza oggettiva per l’indagine sulla materia, io posso senz’altro non temere di essere considerato un fanatico. Perciò posso liberamente affermare, dopo i miei lunghi studi sull’atomo, che non esiste alcuna materia in se stessa! Tutta la materia ha origine ed esiste soltanto mediante una forza, la quale fa oscillare le particelle atomiche e le tiene unite al microscopico sistema solare dell’atomo. Poiché nell’intero universo, tuttavia, non si trova né alcuna forza intelligente, né alcuna eterna, questa forza non è mai appartenuta all’umanità, che ha desiderato accanitamente di scoprire il Perpetuum mobile. Così dobbiamo ammettere che dietro questa forza esiste uno spirito cosciente e intelligente. Questo spirito è preesistente alla materia. Non la materia visibile forma la realtà, il vero, il concreto, bensì è lo spirito invisibile ed immortale la vera realtà. L’origine ultima di tutte le cose si trova nel mondo non fisico”.…

Quando, nel 1888, la Signora Blavatsky presentò  la sua “Dottrina Segreta” a un gruppo di scienziati inglesi, questi la derisero dicendo che le sue assurde fantasticherie non avevano nulla a che vedere con la realtà.   Oggi gli scienziati cercano la quarta, la quinta, la sesta dimensione e usano un linguaggio che è di gran lunga molto più fantastico di  quello usato nella  “Dottrina Segreta”…     (BdB “ – La Quarta Dimensione” – L’espansione della coscienza – ed. 1977 – pag. 10 – 25)

 “La mente deve essere usata per quel tipo di ragionamento, per quella forma di ginnastica mentale che apre spiragli di intuizione…  Il male, come la malattia, viene per guarire. E’ il sistema di rigetto di qualcosa che disturba la nostra vita. L’uso crescente della droga non è che il sintomo di una società ignorante, ammalata  e infelice. Non fa molta differenza se si parla di giovani che usano droghe illegali o di adulti che usano droghe legali. Per combattere i nostri stati di ansia, di paura, di tensione, di noia, di frustrazione e di egoismo  si usano troppe droghe. Il denaro e tutte le cose che la società dei consumi ci offre non ci possono portare felicità. Ci portano soltanto altri desideri, invidia, impotenza, malignità. I valori che offriamo ai giovani nelle scuole sono soltanto quelli materiali, freddi e senza alcun segno di affettività, e poi ci stupiamo se le nuove generazioni sono disperate. I giovani temono il futuro, non hanno fiducia nel passato come guida, e cercano perciò di bruciare velocemente la vita. Le droghe ampliano il senso della “realtà dell’attimo esistenziale” e permettono loro di sottrarsi alla penosa realtà della loro vita. Essi non possono accettare un mondo che include la deliberata tortura che un uomo, per l’autorità conferitagli dal “potere”, infligge ad un altro uomo. Perciò il giovane si rivolta a questo potere o si droga per estraniarsi dalla vita… Le barriere della mente costruiscono recinti sempre più angusti all’uomo, allo scopo che questi si rivolti, cerchi la libertà. Solo gli uomini liberi potranno evolvere al nuovo piano di coscienza….  – (BdB – Rivista Età dell’Acquario n. 7/1971)

 

“Mi è stato detto che per sviluppare la propria coscienza fino al grado in cui si esce dalle nebbie della materia, è necessario usare l’azione, ogni tipo di azione cosciente, al solo scopo di comprendere IL MOMENTO IN CUI SI VIVE.  E comprendere vuol dire risalire dagli effetti alle cause e dalle cause vedere gli effetti, finchè ogni atto perda quasi tutto il suo significato, perché si scopre che siamo un prodotto dei pensieri, dei sogni, dei desideri degli altri. Siamo legati ad un Tutto che la prima mente fa di tutto per farci ignorare.”

 

“Il vecchio mondo sta portandosi su di un nuovo piano di coscienza, dove l’uomo sta conquistando la sua libertà interiore. Questo uomo nuovo non cerca una guida fuori di sé, ma la cerca nella propria coscienza, lungo la via del suo cuore si volge alla conquista della saggezza, alla scoperta di Dio.”   (BdB – “La Dimensione della Conoscenza” – ed. 1981 – pag. 449)

 

“Se la mente è invece considerata solo un mezzo per giungere alla realtà spirituale (antimateria) allora l’uomo scopre, mediante lo sviluppo dell’intuizione, le enormi possibilità della psicotematica, cioè di quella tematica del nostro vivere che non si basa su ciò che i nostri sensi percepiscono, ma su quella realtà invisibile da cui Tutto ha origine.”       (BdB – Rivista Età dell’Acquario n. 26/1983 pag. 3)

 

 

 

INTELLIGENZA E  INTUIZIONE    – “L’intelligenza viene generalmente considerata come una funzione della mente, il pricipio pensante,  mentre l’intuizione è descritta come una diretta conoscenza che si ottiene senza alcun argomento o analisi.            L’intelligenza è una conoscenza indiretta, che si acquista dall’esterno, mentre l’intuizione è una conoscenza immediata che si “ha”  dall’interno del proprio  essere.   L’intelligenza è ciò che distingue l’uomo dagli altri esseri del creato.                                                                 L’uomo, che è uno degli esseri più deboli della terra, può dominare gli altri perché è un essere pensante. Purtroppo usa ancora l’intelligenza e l’intuito in modo egoistico, crudele e limitato.   L’intelligenza e l’intuizione sono aspetti della natura umana.

La mente è un’arma nelle mani della Monade. Quando essa osserva un oggetto, quell’oggetto plasma e modifica la superfice della mente in modo particolare che  fa sì che tutte le altre impressioni a cui la mente sarà sottoposta saranno condizionate dalle impressioni che l’hanno precedentemente modificata. Quando un solco è stato tracciato nella mente, la tendenza naturale è di seguire, di allargare e approfondire quel solco. Questa è la legge dell’inerzia. La mente è naturalmente pigra e quando su di un dato argomento ha già segnato un solco, preferisce ampliare questo, perché presenta una minor resistenza, che aprirne uno nuovo, ed è così che l’individuo sviluppa i pregiudizi mentali. Si cerca di accettare le nuove idee sul modello delle vecchie idee.

Nella Voce del Silenzio è detto: “La mente è la grande distruttrice della Realtà: che il discepolo distrugga la distruttrice”.

La conoscenza in se stessa può diventare un grande ostacolo per noi.  Dobbiamo superare questo ostacolo non identificandoci con la mente e osservando le cose e le situazioni in modo impersonale, cioè oggettivo.  Così saremo in grado di accorgerci di tutte le distorsioni che la nostra mente fa subire alla realtà che ci circonda. L’intelligenaza usa la mente come un semplice strumento e perciò ogni acquisizione di nuovi elementi culturali non significa sempre un aumento della nostra saggezza.  Cioè non ci porta sempre ad aumentare le nostre possibilità verso la conquista di una vita felice,  anche se spesso  ci permette di ampliare gli orizzonti della nostra esistenza.   L’intelligenza non può produrre da sola serenità e pace.  Molti Grandi Uomini, spesso per nulla colti, hanno invece la possibilità di dare alla mente umana una pace duratura.   Milioni di persone hanno seguito nel passato e seguono tutt’ora le semplici parole di questi Grandi Uomini. Le loro parole trovano la strada diretta verso il nostro cuore, perché essi parlano a noi al livello dell’intuizione, mentre la scienza ci parla soltanto al livello mentale.  L’intelligenza è importante, ma ha dei limiti oltre i quali la mente non può andare.    Il prof. Whitehead   ha scritto al riguardo nel suo libro “La religione in formazione”: “è una caratteristica della mente intelligente e colta quella di esaltare le parole, tuttavia le madri possono sentire dentro di loro cose che le loro labbra non possono  esprimere con parole.  Queste cose che vengono trasmesse da anima ad anima sono la testimonianza di quella realtà religiosa che non può essere acquisita in nessun altro modo”. La conoscenza deduttiva non può essere che incompleta, mentre la Conoscenza Realizzata è completa. Non c’è paragone fra queste due.   L’uomo e la materia evolvono con l’espansione della coscienza.  Finora questa evoluzione è avvenuta mediante la mente, ma ora si sta aprendo una nuova età in cui sarà usata soprattutto l’intuizione.

Con l’intelligenza l’uomo funziona analiticamente  e deduttivamente, come un mezzo, mentre con l’intuizione egli lavorerà sinteticamente e sarà il padrone della mente. Con l’intuizione arriverà alla radice, alla causa delle cose.

L’intuizione, annebbiando l’intelletto e mettendo in luce gli inganni della mente, ci dà una più chiara ed immediata visione delle cose. Un uomo che si trova in una camera oscura, per esempio, può elencare le cose che contiene. Toccando le cose può descrivere un tavolo, ma non può dire di che legno è fatto, può dare le dimensioni di un quadro ma non può dire ciò che rappresenta. Con la luce di una torcia può invece avere una completa visione di tutto. Questa torcia è l’intuizione. Le decisioni del momento, che avvengono per un lampo di intuizione, sono quasi sempre giuste.

Nell’intuizione c’è sempre un elemento d’amore, di sacrificio e di unità.

L’intelligenza unita all’Amore può portare alla Saggezza.

E’ però necessario distinguere l’intuizione dall’impulso.   Il Vescovo  Leadbeater insegnava che ci sono tre modi per capire se un’azione è motivata dall’impulso o dall’intuizione: 1) se l’azione immediata non è intrapresa, l’impulso si indebolisce dopo qualche tempo, mentre l’intuizione persiste; 2) se il risultato di un’azione non si realizza secondo ciò che si pensava, se era dettata dall’impulso si proverà disappunto, mentre si rimarrà neutrali se l’azione era basata sull’intuizione; 3) se l’azione porta come conseguenza desideri egoistici, o sveglia la propria personalità, vuol dire che la sua motivazione derivava soltanto dall’impulso.   Per iniziare lo sviluppo della facoltà intuitiva è necessario comprendere che la sua funzione è quella di unificare.   Se impariamo a sintetizzare e a trovare una base comune per le differenti apparenze, si inizia a lavorare sul livello astratto del piano mentale, dove le differenze svaniscono e ci è permesso di vedere le somiglianze dietro le diversità.  Ma per acquistare velocemente l’intuizione è necessario imparare ad Amare, perché l’amore è la più importante caratterisitica di questa facoltà.  L’Amore, e la devozione  (che non è che un aspetto dell’Amore) porta l’Amante ad identificarsi con l’essere amato.  Mentre l’intellettuale ha dei limiti nel trattare un problema, non ci sono limiti all’espressione dell’Amore.         Nell’identificazione amorosa tutte le differenze cessano di esistere e regna soltanto l’unità.       (dal “The Kerala Theosophist-giugno 1970 – Rivista Età dell’Acquario  n. 6/1971 pag. 28-30)

 

 “Gli uomini-scienziati, dall’antichità fino ai nostri giorni, si dividono in tre categorie:  coloro che studiano solo gli effetti di una causa Spirituale che completamente ignorano, e che perciò hanno sviluppato il materialismo in tutte le sue forme, e che della loro conoscenza ne faranno una professione in cui si identificano; coloro che ricercano le Leggi della Natura per conquistare poteri sulla natura, quali gli occultisti e gli alchimisti, che generalmente rimangono in bilico fra il Reale e l’Irreale divenendo inconsci portatori nel tempo di un messaggio che non comprendono completamente  e infine coloro per cui lo studio della natura e della vita non è che una ricerca della Saggezza.  Questi ultimi sono coloro che riassumono le esperienze dei primi due tipi e allargano il piano della coscienza umana.                                                                                                                                                                                                                                             La conoscenza, qualsiasi tipo di conoscenza, non ha alcun valore se non porta l’individuo alla ricerca della saggezza, se non lo conduce a mettere, al centro della sua vita, il rispetto, l’amore, la comprensione per gli altri e per tutto ciò che vive.”    (BdB – “La dimensione della conoscenza” – ed. 1981 – pag. 30)